20eventi

Arte contemporanea in Sabina

Assila Cerfi_Video su Laurence Wiesen “Autoderision”

June 3, 2009 Posted by | 20 eventi | , , , , , , , | Leave a comment

Laurence Wiesen_Autodérision

Per il quarto anno della manifestazione  20 eventi – Arte contemporanea in Sabina è prevista la collaborazione con gli studenti delle accademie artistiche belgiche di Anversa e Liegi.

Friedrich - Viandante sul mare di nebbia, 1818

Friedrich - Viandante sul mare di nebbia, 1818

 

Dalla Ecole supérieure des arts Saint- Luc di Liegi proviene Laurence Wiesen, giovane artista ventunenne che parteciperà con l’istallazione intitolata Autodérision

Laurence è un’artista eclettica, i suoi riferimenti artistici sono infatti vasti: da Friedrich all’Art Nouveau, alla natura, alla sua infanzia; praticamente tutte le esperienze diventano materiale da cui attingere per fare arte in quanto, come dice lei stessa, l’arte non è solo una passione o una professione bensì uno stile di vita.

Art Nouveau - Horta, 1898

Art Nouveau - Horta, 1898

Attraverso il suo lavoro d’artista Laurence vuol rivendicare la sua libertà di creatrice, per questo si considera un’ artista pluridisciplinare, senza limiti di tecniche e di concetti. 

Per 20eventi Laurence Wiesen si cimenta nella tecnica dell’istallazione proponendo l’opera Autodérision. Questa sarà composta da una serie di automobiline giocattolo incolonnate sul pavimento e incollate sui muri con del silicone come una fila di formiche. Le automobiline sono di tutti i colori a simboleggiare la multiculturalità della società contemporanea. Con questo lavoro Laurence vuol comunicare sia con i bambini sia con gli adulti. I bambini parteciperanno attvamente al compimento dell’opera, rispettando in questo modo la concezione di 20eventi che prevede una collaborazione tra artisti e abitanti dei vari paesi della Sabina. Per gli adulti, nello stesso tempo, l’opera propone una riflessione fortemente critica sulla società contemporanea, caratterizzata dal sovrappopolamento e da un inarrestabile inquinamento che sta portando alla distruzione della terra stessa in cui viviamo. Laurence ci vede come una colonia di formiche ligie al dovere, come degli automi, ma cieche verso tutti gli effetti disastrosi del nostro vivere sconsiderato. Tutto ciò lo fa con una forte componente ironica testimoniata dal gioco di parole del titolo dove si fa riferimento alle automobiline con cui è realizzata l’opera ma soprattutto alla derisione di noi stessi in quanto specie più intelligente che poche volte dimostra di esserlo.

Diego Marchi

Laurence Wiesen - Project for Autodérision

Laurence Wiesen - Project for Autodérision

May 15, 2009 Posted by | 20 eventi, Critica - Gli artisti e le loro opere | , , , | Leave a comment

Nicolas Lalau_Une nouvelle peinture luminescente

Cronistoria di un’operazione fotografica

Riassumere sei giorni passati in Sabina non è un’impresa facile. Dovrei raccontare non solo questa esperienza da un punto di vista tecnico-critico ma dovrei necessariamente soffermarmi sulla sua importanza da un punto di vista umano; dovrei raccontarvi delle energie ininterrottamente profuse alla ricerca di luoghi in lungo e in largo per il territorio sabino e, in seguito, ricaricate dall’entusiasmo e dalla disponibilità dei ragazzi dell’Associazione Officina Creativa di Toffia, in primis Giordano, Claudia e Alessandro, che hanno gentilmente offerto a me e Nicolas due letti e due piatti caldi e, non per ultimo, un aiuto su cui contare davvero.

La mia esperienza con Nicolas Lalau è iniziata con una mail in cui gli chiedevo di scrivermi un po’ del suo lavoro, e con una risposta lunga e puntuale sulla sua passione per la fotografia e una breve spiegazione del suo metodo di lavoro. Il nostro primo incontro ‘reale’ si è svolto attraverso un’osservazione e uno studio, da parte mia, di lui come fotografo, da parte sua, del territorio e dello spazio intorno a lui. In Nicolas ho riconosciuto immediatamente una delle caratteristiche fondamentali del fotografo: l’inquietudine dello sguardo, quella peculiarità propria di chi guarda il mondo come se fosse un eterno assetato, assetato di oggetti, di luoghi, anche i più banali, quei luoghi o quelle porzioni di spazio reale che la gente normalmente non nota o preferisce non considerare. In lui ho individuato la caratteristica del flaneur che, vagando per le strade e per il mondo e guidato dal suo istinto, o meglio dal suo inconscio, osserva valorizzando e dando un nuovo senso agli oggetti trovati lungo il suo percorso. Una frase che può riassumere un lato del lavoro di Nicolas è scritta da Baudelaire e descrive proprio la figura del flaneur: “Tutto ciò che la grande città ha gettato via, tutto ciò che ha perso, tutto ciò che ha disprezzato, tutto ciò che ha schiacciato sotto i suoi piedi, egli lo cataloga e lo raccoglie… Egli classifica le cose e le sceglie con accortezza; egli accumula, come un avaro che custodisce un tesoro, i rifiuti che assumeranno la forma di oggetti utili o gratificanti tra le fauci della dea dell’industria”[1].

Il suo metodo di ricerca parte proprio da questa osservazione ripetuta e attenta, un lavoro che non inizia e non si conclude con il semplice atto dello scatto fotografico. Testimonianza di ciò sono le escursioni fatte di giorno nei paesini come Toffia o Fara Sabina, nelle campagne e sulle colline dei dintorni alla ricerca di luoghi, come dice lo stesso Nicolas un peu extra-ordinaires, surnaturels, individuando ruderi, antiche tombe di epoca romana, aree abbandonate o lasciate all’incuria. La seconda fase del suo lavoro si potrebbe riassumere nella parola ‘appropriazione’: dopo il vagabondaggio e la scelta dell’oggetto fotografato avviene il momento della ripresa fotografica in cui Nicolas ritorna in possesso del controllo sul mondo esterno, materializzato nella scelta dell’inquadratura e nello scatto fotografico. Questa porzione di spazio selezionata e prelevata crea un’immagine fuori dal flusso del tempo e dello spazio, rivelando a noi spettatori un lato inedito e oscuro dei luoghi.

Il carattere soprannaturale e misterioso delle immagini di Nicolas è dato in modo particolare da un tipo di tecnica che permette di realizzare fotografie notturne di soggetti illuminati con luce artificiale. Grazie all’utilizzo di un flash nikon che sua papà, da bravo fotoamatore, aveva in dotazione, di due torce ed una lunga esposizione di diversi minuti, Nicolas mette in luce (è proprio il caso di dirlo!) particolari inediti di una realtà come non l’avevamo mai vista. I suoi paesaggi, sia naturali che antropomorfizzati, portano lo spettatore a identificare un luogo come parte del mondo reale, ma, ed è qui la cosa interessante, lo portano ad una seconda lettura più attenta e riflessiva. Il percorso visivo si trasforma in percorso mentale, da esterno diventa interno, intimo. La nostra immaginazione parte per mondi lontani che fanno parte della nostra memoria e della nostra storia; i suoi soggetti si trasformano in astronavi che percorrono le galassie, ed i paesaggi in scene di un mondo percorso dall’ultimo uomo superstite. È come se le immagini di Nicolas ci volessero dire: aspetta, soffermati e guarda con attenzione. Ti ricordo qualcosa? Sono qui per ricordarti ciò che il tuo sguardo ha scelto di omettere dal mondo; riporto a nuova vita, e a nuova attenzione il mondo intorno a te divenuto, prima di questo momento, così familiare e così lontano.

La Maimya sul treppiede

La Maimya sul treppiede

Come mi aveva preventivamente accennato lo stesso Nicolas, egli non ha preferenze per l’analogico o il digitale. La lunga diatriba fatta scaturire da storici e critici non lo tocca minimamente. Entrambe le tecniche di ripresa sono un mezzo per arrivare a compiere l’idea. In effetti, in sabina Nicolas ha utilizzato entrambe riprendendo prima in digitale e, dopo aver impostato l’apertura di diaframma e memorizzato il percorso luminoso con cui ‘dipingere’ la scena, ha fatto in seguito uso dell’analogica, una Mamiya. Un solo scatto per ogni soggetto o luogo fotografato quasi a creare un’equazione che sarebbe cara a Wim Wenders[2]: un luogo – uno scatto – una tacca sul proprio cavalletto, paragonando l’atto fotografico all’atto predatorio di un cacciatore. Anche Susan Sontag parla di questo atto, riferendosi proprio alla fase di ‘appropriazione’, spiegando che l’atto fotografico ha in sé la facoltà di far proprio il soggetto fotografato restituendolo al mondo come oggetto mentale: “Fotografare significa appropriarsi della cosa che si fotografa e la macchina fotografica è uno strumento per filtrare il mondo e trasformarlo in oggetto mentale.”[3], e direi che è proprio il caso delle fotografie di Nicolas.

Nicolas vittorioso dopo la conclusione di uno scatto

Nicolas vittorioso dopo la conclusione di uno scatto

Ho accennato alla memorizzazione del percorso luminoso che Nicolas effettua con il flash e le torce figurandolo come un dipingere con la luce. Ebbene, per chi, come me, ha avuto l’opportunità di vederlo in azione diventa spettatore di un vero è proprio happening fotografico in cui, nel completo buio, Nicolas si sposta freneticamente da un punto all’altro della scena fotografata e, con in mano i suoi pennelli di luce, disegna percorsi visivi altamente suggestivi. Possiamo dunque intuire quali possano essere i suoi principali riferimenti, individuabili nella tecnica del Light Writing o meglio conosciuta come Light Painting. Sebbene questa tecnica fosse stata impiegata già molto tempo addietro da Pablo Picasso (famosa è la fotografia di Gjon Mili che ritrae il grande artista spagnolo intento a comporre un disegno con una torcia), solo negli ultimi anni dell’era digitale si è affermata a livello internazionale come nuova forma di sperimentazione. Basta navigare su internet per scoprire amanti del light painting tra semplici appassionati di fotografia e professionisti nel settore dell’immagine. In Nicolas questa passione per la luce, la sua forma ed il suo concetto, si sposa perfettamente con le idee che sono alla base del background in cui è cresciuto, mi riferisco alla cultura dei writer metropolitani, manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa nel mondo e basata sull’espressione della propria creatività attraverso interventi sul tessuto urbano metropolitano. Non è forse molto simile il gesto del graffitaro, che dipinge con le sue bombolette muri e treni della città, con l’atto del dipingere con le torce residui della presenza umana nel mondo come fa Nicolas? Noto molte assonanze tra le due gestualità e ciò può portare a riflettere sulle eventuali rispondenze a livello linguistico.

Gjon Mili: Picasso ritratto in uno dei suoi light painting

Gjon Mili: Picasso ritratto in uno dei suoi light painting

Purtroppo ancora non ho avuto, come tutti voi, l’occasione di avere davanti gli occhi il risultato di quei giorni. Aspetterò l’inaugurazione di 20Eventi del 23 maggio per perdermi nelle fotografie esposte a Toffia. Pregusto con anticipo l’effetto, familiare e straniante, dei ritratti dei luoghi sabini sulla popolazione toffese e non!

Se qualcuno mi chiedesse quale ricordo di quei giorni ha maggiormente impresso la mia memoria, risponderei sicuramente raccontando l’ultima sera trascorsa insieme a Nicolas e Giordano, nella vecchia cappella, oggi teatro, della sede di Officina Creativa a Toffia. Pioveva a dirotto e andare fuori a fotografare risultava impossibile. Nel rullino da 120 mm della Mamiya era rimasto l’ultimo scatto, l’ultima posa che, realizzata, avrebbe permesso a Nicolas di riavvolgere il rullo senza sprechi e custodirlo come una moderna reliquia fino al suo ritorno a Liegi. Così Nicolas, da bravo creativo, ha avuto la brillante idea di suggellare i giorni passati in Sabina, l’amicizia con i ragazzi dell’associazione e la stessa sede dell’associazione, luogo virtuoso di scambio e di incontro, fotografando la cappella-teatro. Come da manuale, prima di realizzare lo scatto definitivo, ha deciso di fare delle prove con la digitale. A questo punto c’è il colpo di scena. A luci spente e con la musica del suo disco esterno in sottofondo, ha dato in mano, prima alla sottoscritta e poi a Giordano le torce per sperimentare con il light painting. Nel completo buio della piccola platea e tra un bicchiere di vino e l’altro io, Nicolas e Giordano abbiamo creato nell’ordine fiori, tornado, uomini, donne e bambini, vortici e pesci, cani e barche divertendoci come matti. Passate le due di notte, e per concludere alla grande la serata, Nicolas ha recuperato tutta la sua strumentazione realizzando l’immagine del teatro, l’immagine del suo ultimo scatto toffese.

Valentina Trisolino

> Articolo introduttivo su Nicolas Lalau


[1] Susan Sontag, Sulla fotografia, Einaudi, 1978. Orig. “On Photography”, Farrar, Straus and Giroux, New York, 1973.

[2] Wim Wenders, “Una volta”, Edizione Socrates, Roma 1993. Orig. Verlag der Autoren, Francoforte, 1993.

[3] Susan Sontag, op. cit.

May 13, 2009 Posted by | 20 eventi, Critica - Gli artisti e le loro opere | , , , , , , | 6 Comments

Nicolas Lalau_Nocturnal (in Sabina)

Lavoro fotografico svolto sotto forma di performance al crepuscolo, che metterà in grado gli abitanti di scoprire il lato oscuro dei luoghi che gli sono così familiari.

> Artist official website

Nicolas Lalau - Foto scattata nel 2008 in Polonia

Si tratta di un lavoro itinerante che, dopo aver toccato paesi della Germania e della Polonia, porta in Italia una tecnica fotografica innovativa. Il metodo inventato da Lalau si basa su una particolare illuminazione di un soggetto notturno, ed una lunga esposizione durante la quale gli abitanti saranno invitati ad assistere e a partecipare all’atto fotografico stesso, che in questo modo perde la sua istantaneità.

> Articolo di approfondimento critico sull’opera di Nicolas Lalau (V. Trisolino)

> Related article about Lichtfaktor

May 13, 2009 Posted by | 20 eventi | , , , , , | 1 Comment

Sig Beunen_Pioneer

Readymade urbano con ricontestualizzazione di un semaforo belga sulla porta di Bocchignano.

Sig Beunen, Project for Pioneer, 20eventi 2009

Sig Beunen, Project for Pioneer, 20eventi 2009

La trasposizione di un oggetto d’uso espande il significato dell’oggetto stesso: il semaforo diventa opera d’arte. La collocazione in cima alla porta d’entrata al paese di Bocchignano rafforzerà la forza simbolica e l’assurdità di un oggetto che è riconoscibile ed ha la medesima funzione in tutto il mondo, ma che in ogni parte del mondo assume forme diverse.

L’artista riflette sulla condizione umana, sull’interazione con la madre terra e sull’evoluzione dell’uomo da creatura preistorica a cyborg tecnologico.

Il timore di un sistema totalmente controllato ciberneticamente porta Sig Beunen a trapiantare un semaforo belga in Italia, privandolo della sua funzione originaria. La sua collocazione in cima alla porta d’entrata al paese di Bocchignano ne nega la funzione regolatrice del flusso della vita e rafforza l’assurdità del conflitto fra gli istinti e le strutture sociali.

Emanuele Sbardella

l behaviour.

April 22, 2009 Posted by | 20 eventi, Critica - Gli artisti e le loro opere | , , , , , , | 1 Comment

Radicarsi nel territorio

Spesso si incontrano eventi culturali calati dall’alto su un territorio scarsamente investigato e coinvolto nell’iniziativa. L’intento di 20eventi è, invece, di lavorare in profondità per lasciare tracce durature sul territorio e diventarne parte sostanziale.

Fondamentale è quindi il lavoro nelle scuole, fin da quella materna ed elementare, nella convinzione che lavorare con i piccoli significa formare le generazioni di domani ed aprirli all’arte di oggi. Questo non significa indirizzarli necessariamente ad una carriera artistica, ma significa investire sulla creatività, formare spiriti aperti, sviluppare il concetto di tolleranza verso le diversità (cosa oggi più che mai necessaria).

Altrettanto importante è aprirsi alla collaborazione con i fermenti locali, che esistevano già sul territorio o che proprio grazie allo stimolo di 20eventi sono nate in questi anni. Non solo associazione culturali che operano in campo artistico ad altre più polivalenti, ma anche gruppi e cori musicali attenti studiosi e le Pro Loco.

Intendimento di 20eventi infatti è di contribuire alla crescita culturale del territorio:in una regione così ricca di un passato artistico, ma che per molto tempo è restata rigidamente attaccata a questo passato, una ventata di novità (chi meglio di un gruppo di artisti appena ventenni?) è ciò che riteniamo possa fornire il maggior giovamento.

Toffia - Foto di Emanuele Sbardella

Toffia - Foto di Emanuele Sbardella

April 21, 2009 Posted by | 20 eventi, Comunicazione - Rassegna stampa e ramificazioni web | , , , , , , , , , , , , , , , , , | Leave a comment

20eventi_Arte “Live” in Sabina

Mentre fervono i preparativi e gli ingranaggi dell’intera macchina di 20eventi sono oramai in funzione, arriva il primo rifornimento di benzina: la comunicazione.

Un primo articolo parla di 20eventi 2009. Si tratta di uno dei maggiori periodici di informazione culturale della Sabina: Live in Sabina. Per l’esattezza, il tredicesimo numero.

Siamo lieti di comparire in un numero così ben curato, a partire dalla copertina d’eccezione firmata Valentino Griscioli.

Un ringraziamento speciale va a Linda Massari, che ha assunto in prima persona l’impegno di scrivere un interessante articolo, rielaborando crreativamente i dati ricavati dalle nostre conversazioni su 20eventi.

Live in Sabina - Numero 13, pagina 14

Live in Sabina - Numero 13, pagina 14

April 9, 2009 Posted by | 20 eventi, Comunicazione - Rassegna stampa e ramificazioni web | , , , , , , , , , | Leave a comment

20eventi_Immagine 2009

La grafica di 20eventi 2009 è stata affidata a Mirko Cianca.

Gli abbiamo proposto di elaborare un’immagine coordinata su un lavoro di Jan Vormann, artista tedesco nato nel 1983 che ha partecipato alla seconda edizione di 20eventi (quella del 2007).

In questo modo abbiamo voluto impostare un primo legame storico con le passata edizione (un primo sguardo storicizzante).

D’altra parte Lego, l’opera di Jan Vormann, esprime al meglio la tendenza fondemantale di 20eventi, che è quell adi combinare, in maniera anche giocosa, le tradizioni locali e le sperimentazioni contemporanee.

Con il suo progetto Vormann – cito l’artista – ha voluto:

sottolineare l’aspetto tranquillo e non troppo rigido della gente della Sabina, per quanto concerne l’edilizia locale: vari tipi di pietra sono usati uno a fianco dell’altro per costruire muri o tapparne I buchi. Quando ero piccolo mi piaceva giocare con il lego, attività con cui i bambini di tutto il mondo imparano le regole fondamentali della costruzione architettonica. Quando mi divertivo a costruire strutture con il lego e mi mancava un pezzetto di un certo tipo, mi ingegnavo a sostituirlo con altri simili. Lo sguardo sui villaggi della Sabina ha contribuito alla mia idea romantica di questa bella regione e mi ha ricordato i giochi dell’infanzia.

Basandosi principalmente su una foto che Gianni Gronchi fece all’opera di Vormann, Mirko ha preparato

> questo manifesto base:

20eventi - Immagine 2009 - Mirko Cianca

20eventi - Immagine 2009 - Mirko Cianca

> questa locandina per il concorso fotografico:

20eventi09 - Locandina concorso fotografico - Mirko Cianca

20eventi09 - Locandina concorso fotografico - Mirko Cianca

March 8, 2009 Posted by | 20 eventi, Comunicazione - Rassegna stampa e ramificazioni web | , , , , , , , | 1 Comment

Irene Pätzug_Dynamo

Irene Paetzung, artista tedesca che ha lavorato con 20eventi nel 2007 avrà una personale che inaugurerà a Berlino il prossimo 6 febbraio.

In questo video documentario c’è anche il suo lavoro del 2007:

Per chi di voi fosse a Berlino in quel periodo, passare alla JanineBeanGallery http://www.janinebeangallery.com potrebbe essere un’occasione per osservare l’evoluzione del lavoro dell’artista (e scriverci una recensione).

Dynamo - Dettaglio

Dynamo - Dettaglio

Ecco il comunicato stampa (rigorosamente in tedesco!)

Sehr geehrte Damen und Herren,

die janinebeangallery möchte Sie hiermit auf die kommende
Einzelausstellung aufmerksam machen:

Irene Pätzug

*”DYNAMO – Verve in Space”*

Aufzeichnungen von Bewegung und Ruhephasen
Objekte, Fotografien, Zeichnungen und Video

Einzelausstellung vom 7. 2. – 7. 3. 2009
Vernissage am 6. 2. 2009, 18-22 Uhr

Irene Pätzug zeigt in ihrer ersten Einzelausstellung in der
janinebeangallery Objekte, Fotografien, Zeichnungen und Videos. Die
Spanne der Schau reicht von Apparatenzeichnungen über mechanische
Objekte bis hin zu der fotografischen Wiedergabe von Bewegungsabfolgen.
Die Künstlerin fasst auch ihre Fotografien und Zeichnungen als Teil
ihrer plastischen Arbeit auf, da sie die Gestaltung im Raum abbilden und
dokumentieren. Auch inhaltlich steht die Auseinandersetzung mit Raum
selbst im Vordergrund. Pätzugs konzeptuelle Darstellung nutzt dabei
Bewegung, um Raum zu bestimmen und zu ermessen. Damit zeigt sie aber
eigentlich ein Ereignis und die Verbindung vom bloßen Raum mit
zeitlichem Verlauf. Dieses Merkmal tragen auch ihre Darstellungen von
Ruhezuständen durch ihre betonte innewohnende Spannung.
Im Anhang der Email finden Sie exemplarische Fotos der Arbeiten. Sollten
Sie weiteres, bzw. größer aufgelöstes Bildmaterial benötigen,
kontaktieren Sie uns bitte.

janinebeangallery
torstrasse 154 — 10115 berlin — germany
phone: 0049-30-417 67 168
info@janinebeangallery.com

Dynamo - Invito

Dynamo - Invito

February 2, 2009 Posted by | 20 eventi | , , , | Leave a comment

Hana Miletic_EXCEPT

(English below)

L’artista Hana Miletic, che sta attualmente mettendo a punto il progetto artistico con il quale parteciperà a 20eventi 2009, esporrà a EXCEPT: una mostra collettiva che aprirà i battenti a Bologna, il 23 gennaio.

Il video dell’artista croata sarà visibile a partire dal 24 gennaio, giorno in cui sarà inaugurato il settore dedicato ad una rassegna di videoarte internazionale.

> Il sito dell’artista (Hana Miletic)

> Il sito dell’associazione organizzatrice (LIMEN)

Il lavoro che Hana Miletic proporrà per l’occasione si intitola Wind, e viene presentato nel blog dell’associazione con la seguente descrizione:

The installation Wind consists of various video’s with a duration of ca one minute (shown in loop ).
The video’s show similar images of cars and motors protected with covers. Although focusing on the same subject, slight differences in image are visible. In each video a gust of wind moves the cover. The cover transforms into another form, and seems to keep morphing further. This cover becomes an organic and tactile form, that is independent from the car it protects. The tactility of the images is underlined by the choice of subject matter, cars and motors with covers. Something as banal as a covered up transport vehicle begins to function as something else, a new subject.

Hana Miletic - Wind

Hana Miletic - Wind

Comunicato stampa della rassegna

Venerdì 23 Gennaio 2009 alle ore 19 nella Sala Silentium di Vicolo Bolognetti 2 a Bologna inaugura EXCEPT, un progetto concepito come un insieme di diverse modalità espressive che, venendo in contatto tra loro, si confrontano e si contaminano relazionandosi nello stesso ambiente. La performance diventa installazione, la musica pervade lo spazio e il video convive con gli altri linguaggi. La luce è un elemento fondamentale poichè gli artisti invitati si alternano secondo uno schema prestabilito: gli interventi si sussuegono nel buio a distanza di qualche minuto, ciascuno dei quali introdotto da una fonte luminosa che ne rivela la presenza e ne scandisce la durata di fruizione.

Gli artisti sono:

Angelo Petronella, Anna Maria Tina, Cuoghi & Corsello, Marco Rambaldi, Mona Lisa Tina, Sabrina Muzi

Alle ore 21 seguirà il concerto di Angelo Petronella, un intervento di musica elettronica che coinvolgerà il pubblico nella fruizione di due diversi piani sonori.

Sabato 24 alle ore 21 inaugura una rassegna di video accuratamente selezionati di artisti stranieri che sarà riproposta anche nelle serate successive. La rassegna vuole offrire una parziale campionatura della video arte internazionale per mezzo di lavori che, attraverso i linguaggi dell’animazione, della manipolazione dell’immagine o della realtà in presa diretta, toccano i territori dell’ironia, della metafora, dell’intimismo, del surrealismo, dell’appartenenza culturale.

Gli artisti sono: Anne Maree Barry (Irlanda), Graw & Bockler (Germania), Kim Changkyum (Sud Corea), Ho Jin Jung (Sud Corea), Park Jinseok (Sud Corea), Dana Levy (Israele), Pascal Lièvre (Francia), Hyeran Kim (Sud Corea), Hana Miletic (Croazia), Suzanne Mooney (Irlanda), John O’Connell (Irlanda), Oliver Pietsch (Germania), Sepideh Salehi (Iran), Mark Salvatus (Filippine), Emilia Scharfe (Germania), Dafna Shalom (Israele), Martin Zet (Cecoslovacchia).

Invito a EXCEPT

Invito a EXCEPT

Press Release

Friday January 23rd at 7 pm in the “Sala Silentium”  of Vicolo Bolognetti 2, Bologna opens EXCEPT, a project conceived as a mix of several different modalities of expression that, once they are connected with each other, they will be able to compare and taint themselves in the same environment. The performance becomes installation, the music penetrates space, while videos cohabits with the others types of languages. Light is a key element and this is because artists interchange and alternate each others following a predetermined schedule: participants and their performances follow one after another in the dark maintaining a distance of a few minutes, and each everyone of them will be introduced by a bright light  that will be underlining their presence, defining also the timing of fruition. The artists are:  Cuoghi Corsello, Sabrina Muzi, Marco Rambaldi, AnnaMaria Tina, Mona Lisa Tina. At 9 pm a concert by Angelo Petronella will be held, revealing an electronic music participation where people will be carried away by the fruition of two different sound levels.

On Saturday 24th at 9 pm will be open a screening of videos very accurately selected by foreigner artists that will be reproposed also during the next nights. The exhibition wants to offer a partial range of samples of the International Video Art by using works that through animation, manipulation of images or direct take up of reality, will touch areas such as irony, metaphors, intimacy, surrealism and cultural belonging. The artists are: Anne Maree Barry (Irlanda), Graw & Bockler (Germania), Kim Changkyum (Sud Corea), Ho Jin Jung (Sud Corea), Park Jinseok (Sud Corea), Dana Levy (Israele), Pascal Lièvre (Francia), Hyeran Kim (Sud Corea), Hana Miletic (Croazia), Suzanne Mooney (Irlanda), John O’Connell (Irlanda), Oliver Pietsch (Germania), Sepideh Salehi (Iran), Mark Salvatus (Filippine), Emilia Scharfe (Germania), Dafna Shalom (Israele), Martin Zet  (Cecoslovacchia).

January 16, 2009 Posted by | 20 eventi | , , , , , , , , , | 1 Comment